Un posto che mi piace
Un posto che mi piace è una favola scritta per stare bene. Parla di buffi personaggi ed è ambientata a Gourmandises, piccolo paese nella Bretagna del Nord.
Cosa accadde a Gourmandises dopo il Natale
Cosa accadde a Gourmandises dopo il Natale
Quinto capitolo di Un posto che mi piace
Il Natale a Gourmandises era stato meraviglioso. Tutti gli abitanti si erano riuniti sotto la grande quercia per scambiarsi gli auguri, poi avevano pranzato tutti insieme. Ognuno aveva portato qualcosa da mangiare ed avevano condiviso un banchetto delizioso.
La Signora Patty Pouf aveva portato con sé il cartoncino del pensiero più dolce per la premiazione.
Dopo pranzo lesse ad alta voce quello che le era parso il pensiero più bello, il pensiero scritto dopo l’assaggio di un biscotto in pasticceria:
“È come quando il sapore dolce di un abbraccio ti avvolge,
il caldo tepore di un bacio ti scalda,
il gusto intenso di un amore ti soddisfa.
É come quando hai tutto e tutto ti basta.”
Tutti restarono per un attimo senza parole, poi si abbracciarono.
Il biglietto non era firmato e nessuno si fece avanti, ma quel Qualcuno era riuscito a trasmettere emozioni uniche.
Poche ore più tardi nacque il pulcino della gallina Marina. Era un pulcino nero e grazioso e tutti gioirono per questa nascita.
Come di consuetudine, dopo ogni nascita, attaccarono alle case un cuoricino di stoffa, simbolo di amore e fratellanza.
Passarono i giorni e tutto filò liscio, cadde anche la neve, candida e bianca.
E poi…
Ci troveremo ancora… chissà quando, a Gourmandises, in Un posto che mi piace.
A Gourmandises sta arrivando il Natale
A Gourmandises sta arrivando il Natale
Quarto capitolo di Un posto che mi piace
Mentre la signora Patty Pouf stava allestendo le vetrine della sua pasticceria per il Natale, si rese conto che quest’anno era in enorme ritardo.
Solitamente il 1° dicembre si dava da fare per animare a festa i banconi e i tavoli della pasticceria, ma quest’anno tra il compleanno di Camille e vari lavori da consegnare, mancavano una manciata di giorni a Natale ed ancora non aveva ideato nessun nuovo addobbo.
Ogni anno voleva stupire i suoi clienti con qualche nuova creazione
Come avrebbe potuto stupire ancora una volta quegli sguardi golosi ed attenti?
Un anno realizzò simpatiche coroncine di bacche rosse e fragoline di bosco, un altro ancora addobbò un bellissimo albero con mele rosse e fiocchi tartan.
Ad un tratto le balenò per la testa una idea entusiasmante.
Chiamò Remie, ed una volta ideato il progetto iniziarono a preparar piccoli dolcetti.
Erano golosi dolcetti al cioccolato, alla cannella, decorati con glasse e zuccherini colorati.
La base della pasta frolla si fa così, diceva Patty Pouf a Remie: “Prendi 250 g. di farina, 125 g. di burro lasciato qualche ora a temperatura ambiente, 2 cucchiai di zucchero a velo, 60 g. di zucchero, 1 presa di sale, 2 tuorli e mescoli il tutto. A questo impasto puoi aggiungere il cacao, le nocciole sbriciolate e fare diverse varianti. Una volta preparato un panetto omogeneo, va avvolto nella pellicola trasparente e lasciato riposare un’oretta in frigo. Dopo si stende bene col mattarello e si tagliano le formine dei biscotti. Si cuociono in forno a 180° per circa 10 minuti. Una volta freddati si decorano a piacere.”
Una volta cotti, i due vi attaccarono un nastrino colorato e poi, pian piano, iniziarono ad appendere queste delizie ad un alberino che posizionarono in pasticceria, nella sala principale.
Su un cartello scrissero:
“Prendi un dolcetto e assaggia il nostro Natale. Che sapore senti? Descrivilo in un cartoncino e mettilo nella scatolina qui sotto”.
Ogni cliente che entrava in pasticceria prendeva un dolcetto e scriveva un biglietto.
L’albero restava sempre più spoglio, il pancino sempre più sazio e la testa piena di sogni.
Il giorno di Natale tutti gli abitanti di Gourmandises si sarebbero ritrovati in piazzetta per scambiarsi gli auguri.
La Signora Patty Pouf avrebbe premiato il pensiero più dolce.
A Gourmandises si prospettava un Natale meraviglioso.
Cosa accadde lo scoprirete nel prossimo capitolo.
A Gourmandises si indaga sulle uova scomparse
A Gourmandises si indaga sulle uova scomparse
Terzo capitolo di Un posto che mi piace
Domenica mattina presto la signora Patty Pouf e Remie si recarono dall’addetto al trasporto delle uova, un certo signor Louis per scoprire chi potesse essere il responsabile della scomparsa delle uova.
La festa fu un vero successo, ma certe cose non dovrebbero accadere in un paese civile e tranquillo come Gourmandises.
Lo tempestarono di domande, ma lui non aveva fatto altro che prendere le scatole delle uova già preparate nel pollaio, metterle sul piccolo carretto e portarle alla pasticceria. A pensarci bene gli sembrarono stranamente leggere, ma andava di fretta e non si preoccupò di controllarne a modo il contenuto.
Apparve sincero, così decisero di andare al pollaio.
Il pollaio di Gourmandises, l’unico del paese, era gestito dalla simpatica madame Ottary.
Ognuno a Gourmandises aveva un compito, uno solo ma fatto bene.
Le galline e il gallo vivevano principalmente all’aria aperta e godevano di ottima salute e madame Ottary si prendeva cura di loro.
Dopo la covata mattutina deponevano direttamente le uova nelle scatole e tutti gli abitanti di Gourmandises ne potevano usufruire. Le galline venivano ricompensate con vitto e alloggio gratis e protezione da lupi e faine! Un efficiente interscambio che funzionava alla perfezione, o meglio, aveva funzionato fino al venerdi precedente, fino alla scomparsa delle uova.
Che madame Ottary non avesse controllato bene l’operato delle galline?
Che le galline non avessero fatto il loro dovere?
Un mistero.
Ebbene, una volta arrivati al pollaio madame Ottary stava dando del granturco alle galline che felici, se la spassavano nell’aia.
Dopo un saluto di cortesia, la signora Patty Pouf e Remie informarono madame Ottary dell’accaduto e lei parve cadere dalle nuvole.
Mentre i 3 si scambiavano sguardi straniti, una delle galline che stava ascoltando la conversazione abbassò lo sguardo.
Per un po’ fece finta di niente, poi alla fine si fece avanti e confessò:
“Perdonatemi, è colpa mia. Tutte le mie sorelle hanno fatto il loro lavoro e deposto ottime uova, ma io le ho prese e nascoste sotto la paglia”.
Perché mai la gallina avrebbe fatto un gesto simile?
“Fra di esse la gallina Marina ha deposto un uovo felice, ma io mi sono distratta e l’ho perso di vista. Così ho nascosto tutte le uova in attesa della schiusa. Perdonatemi.”
Un uovo felice! Questo era il modo che le galline usavano per dire che l’uovo conteneva un minuscolo pulcino!
“Per tutte le bacche di vaniglia! Questo gesto valeva più di mille uova.”, pensò la signora Patty Pouf.
La gallina premurosa fu subito perdonata, ed insieme gioirono poiché quest’anno a Natale Gourmandises avrebbe avuto una nuova nascita.
Passarono altri giorni e la vita riprese a scorrere regolare. Si stava però avvicinando il Natale, e tutti gli abitanti erano solito adoperarsi per rendere il paese più bello.
Erano diversi giorni che tutti stavamo preparando addobbi e decorando alberi.
Ma un giorno…
Cosa accadde lo scoprirete nel prossimo capitolo.
Una storia dolce può riservare una sorpresa…amara
Una storia dolce può riservare una sorpresa…amara
Secondo capitolo di Un posto che mi piace
Quando Remie aprì la dispensa per prendere gli ingredienti per le dolci preparazioni, si accorse che le uova riservate alle ricette per la festa erano sparite. Le scatole erano tutte vuote.
Non ce n’era più nemmeno mezza.
Remie chiamò disperato la signora Patty Pouf che nel frattempo stava offrendo la merenda ai suoi ospiti, nella saletta della pasticceria.
Quando fu davanti alla dispensa, anche lei, crollò.
Nessuno dei due credeva ai loro occhi. Le uova erano sparite sicuramente nella notte, o nella mattinata, quando i due erano intenti a sfornare le torte per la colazione.
Come avrebbero potuto preparare tutti i dolci per la festa di Camille?!
Dove avrebbero potuto trovare così tante altre uova in breve tempo?
Chi poteva esser stato a rubarle, e perché?
I due non si davano pace. Erano letteralmente disperati.
Ma quando tutto sembrò perso, la signora Patty Pouf ebbe un lampo di genio.
“Se le uova non abbiamo, le uova non usiamo!”.
Remie guardò perplesso la signora Patty Pouf. Come avrebbero potuto far crostate e biscotti senza uova?!
Impossibile!
Ispirata da un insolito buonumore, nonostante l’intoppo, la signora Patty Pouf spiegò il nuovo piano a Remie, pregandolo di andare subito da Camille per avvertirla del cambio di programma.
Camille, bambina dolce ed entusiasta si sarebbe appassionata subito al nuovo “Menu” e tutto sarebbe andato per il meglio, la signora Patty Pouf ne era certa.
Dopo poche ore Remie e la signora Patty Pouf erano ai fornelli. Passarono la notte insonne a sfornar prelibatezze.
Un dolce profumino usciva dalla porta aperta della pasticceria e coloro che passavano di là, incuriositi infilavano il nasino nella saletta per ricevere qualche anticipazione sulla festa.
Nessuno poteva immaginare cosa il nuovo Menu avrebbe riservato loro.
Nel pomeriggio del sabato, il piccolo fattorino, riccio Fernand, andò a caricare le delizie col suo carrettino e portò tutto alla festa.
Davanti alla casa della famiglia Trott si respirava già aria di festa. Bandierine colorate erano state appese alla grande quercia, fiori colorati erano stati sistemati in vecchie tazze da tè e un grande bancone attendeva i dolci della pasticceria.
Mouska era l’addetta agli allestimenti. Le erano state date delle indicazioni ben precise, così iniziò a tirar fuori ogni genere di coppetta e cucchiaino, ed iniziò ad apparecchiare la tavola..
Dagli scatoloni della signora Patty Pouf iniziarono a spuntare delle confezioni che contenevano delle creme colorate alla frutta.
Creme profumate e ghiacciate, grazie a speciali contenitori.
In altri piccoli recipienti vi erano delle caramelle e delle morbide gelatine di frutta. Gustose, colorate, coperte di zucchero, al mirtillo, alla fragola, alla menta. Poi vi erano delle boccettine di glasse miste e succose.
Qualcuno aveva preparato un cartello con su scritto “Gelato party” che Mouska appoggiò sopra un cavalletto di legno all’ingresso del vialetto.
Gli invitati iniziarono ad arrivare e quando intravidero tutto quello che era stato preparato furono felici ed entusiasti. Qualcuno non aveva mai assaggiato il gelato fino a quel momento e quel sapore così semplice e genuino fu una vera e propria scoperta. Una dolcissima scoperta.
La giornata trascorse in pace a allegria e Camille fu entusiasta della riuscita della festa e dell’inaspettato buffet.
Alla fine, Remie e la signora Patty Pouf avevano imparato che le cose possono riuscire bene anche con qualche mancanza, basta usare un po’ di creatività.
La signora Patty Pouf prese infatti “500 ml di panna da montare, bella fredda e con la frusta la montò, vi aggiunse 350 g. di latte condensato per ogni vaschettina di gelato, e infine la frutta frullata a piacere. Una volta pronto lo mise nella ghiacciaina”. Il Gelato furbo e improvvisato fu infatti facile da fare all’ultimo momento, e guarnito con tutte quelle caramelle e glasse deliziose fu ancora più gustoso.
Restava però da scoprire cosa si celava dietro alla scomparsa delle uova.
Tornati a casa i due pasticcieri decisero di indagare, iniziando proprio dall’addetto al trasporto delle uova.
Cosa accadde lo scoprirete nel prossimo capitolo.
Una storia dolce a Gourmandises, paese delizioso e romantico
Una storia dolce a Gourmandises, paese delizioso e romantico
Primo Capitolo di Un posto che mi piace
C’era una volta un piccolo paese situato nella Francia del Nord, precisamente in Bretagna. Era un paese di piccoli lavoratori instancabili. Il nome del paese era stato dato dal capo villaggio, il signor Trott, il primo ad insediarsi in quel piccolo angolo di paradiso.
Aveva deciso di chiamare il paese Gourmandises, per via della crescita spontanea di ogni genere di deliziosa e dolcissima frutta, e tutti vi vivevano in pace ed armonia.
Le strade erano di pietra e le casette erano piccole e bianche, immerse nella natura.
Nel centro del villaggio vi erano piccole botteghe artigiane. Fra tutte, la più amata era una minuscola pasticceria che la signora Patty Pouf aveva tirato su dal nulla. Un giorno passeggiando per le vie di Gourmandises si era innamorata di quel fondo sfitto e aveva deciso di prenderlo per poter far assaggiare tutto quel che sapeva fare in cucina agli abitanti del paese.
Aveva comperato qualche banco e tavolo vecchio dal signor Gustav, rigattiere burbero ma ben fornito, aveva racimolato pentole e vecchi serviti di famiglia ed aveva iniziato subito a lavorare.
Ben presto tutti gli abitanti di Gourmandises erano accorsi ad assaggiare i suoi rinomati biscotti al burro e le sue torte di fragole e se ne erano innamorati.
La pasticceria era bene avviata e lavorava a pieno ritmo. Il profumino di vaniglia e cannella ogni giorno invadeva le piccole strade del paese, e i contadini erano soliti portare ogni mattina frutta fresca per le dolci ricette della Signora Patty Pouf.
Lei offriva loro un pasticcino ed un sorriso, e loro scaricavano puntuali le cassettine nel retro bottega.
Un giorno Camille, la figlia del capo villaggio entrò in pasticceria per ordinare prelibatezze per la sua festa di compleanno che si sarebbe tenuta nel fine settimana.
La signora Patty Pouf era impegnata a preparare le colazioni ma quando vide Camille prese un tè, un biscotto al cioccolato e le offrì uno spuntino di benvenuto.
Camille ordinò dolci e delizie di ogni genere.
Per fortuna la signora Patty Pouf aveva un instancabile aiutante, la topina Remie, per cui era sicura che insieme ce l’avrebbero fatta.
Tutti i 99 abitati di Gourmandises erano stati invitati alla festa.
“Tutti insieme festeggiamo, tutti insieme ne godiamo”, le aveva sempre insegnato il babbo, il saggio signor Trott.
La settimana trascorse tranquilla. Remie aveva fatto un piano di lavoro ed ordinato tutti gli ingredienti per preparare le varie ricette.
Camille era stata chiara, “Dolci e torte in quantità, e mi raccomando, abbondate con le Cupcakes, perché le Cupcakes non sono mai abbastanza”.
Così Remie aveva ordinato uova fresche di gallina e farina di prima qualità.
“La base delle cupcakes si prepara così…”, Remie ripassava mentalmente la ricetta per una dozzina di dolcetti, sapendo che poi avrebbe moltiplicato le dosi per la festa:
“2 uova, 100 g di burro, 110 g di zucchero, 140 g di farina, 30 ml di latte, 2 cucchiaini di lievito e 1 cucchiaino di essenza di vaniglia. Si mischiano gli ingredienti morbidi in una ciotola, quelli secchi in un’altra ciotola. Poi si uniscono i composti e una volta riempiti i pirottini, si inforna a 180° per una ventina di minuti”.
Il venerdi arrivò in un attimo, ma quando Remie aprì la dispensa per iniziare il lavoro, sgomento si accorse che…
Cosa accadde lo scoprirete nel prossimo capitolo.
Un posto che mi piace, introduzione
Un posto che mi piace, introduzione
I momenti di crisi capitano a tutti, ma sono i momenti come questi, come quelli intensi e pieni di gioia, che ispirano le storie. Almeno le mie.
Questa storia è nata infatti da un momento down, uno di quelli che ti prende e ti stende.
Nonostante tutto quel che possa accadere infatti, la fantasia e la creatività non mi mancano mai, per cui invece di deprimermi all’infinito, ho deciso di dar vita ad alcuni personaggi e di farli esprimere.
Ho deciso di fare accadere cose ed immergermi in Un posto che mi piace.
Ed ecco che vi presento, con emozione, una storia che, se avrete la pazienza di seguire, vi accompagnerà ad ogni inizio settimana, dal 2 dicembre 2019 fino a chissà quando, puntuale ogni Lunedi.
In “Un posto che mi piace”, troverete serenità, fantasia e tanti buffi personaggi che ho avuto il piacere di animare. Troverete qualche piccola curiosità sulla Pasticceria, ricettine facili, e non mancheranno colpi di scena e sorprese.
La mia infanzia non è stata sempre semplice e spensierata ma ho un ricordo magnifico e indelebile, fatto di librini che mia mamma mi comprava e leggeva. Questi libri avevano illustrazioni romantiche e narravano di storie di bambini per bene che amavano gli animali.
Un posto che mi piace è fatto anche di ricordi così, semplici e spensierati, di quelli che ti fanno stare bene quando ti senti giù.
Magari potrete leggerla ai vostri bambini o nipotini se ne avete, oppure sarà un momento solo per voi e che vi farà sentire di nuovo bambini.
Vi aspetto qua da me, in Un posto che mi piace, lunedi 2 dicembre 2019