Racconti e Riflessioni

Stiamo a casa e insieme ce la faremo

Stiamo a casa e insieme ce la faremo.
Il momento che siamo costretti a vivere è surreale, pieno di dubbi ed emozioni contrastanti.
IO mi sento innanzi tutto di ringraziare tutti coloro che combattono questo mostro (non voglio scrivere neppure il suo nome) in prima linea, come medici, infermieri e personale medico/sanitario.
Poi ringrazio anche chi ci fa trovare il supermercato pieno!
Ringrazio tutte quelle persone che “stando a casa” per impedire che il virus si diffonda, rischiano il proprio lavoro.
Ogni nostra piccola o grande azienda sta facendo un sacrificio.

Il mio SHOP è APERTO ma ho sospeso le spedizioni fino a lunedi 23 marzo, poichè non voglio che anche i corrieri escano.
Lo dico per senso civico, etica e rispetto per la salute propria e la salute altrui.
Si tratta di fermarsi il tempo necessario. Non per sempre.
Si tratta di NON spedire ora, non di smettere di lavorare.

La mia attività mi da da vivere, per cui vi sarò grata se continuerete a seguire e sostenere il mio lavoro fatto di passione e sacrificio.

In questi giorni di Arresto forzato sto continuando a lavorare per voi, per gli ordini che devo consegnare e sarò puntuale.

Spero che supereremo insieme questa crisi, al più presto, e che quando tutto questo incubo sarà passato torneremo a gioire delle piccole grandi cose che ci fanno stare bene.

Nel frattempo, da brava Creativa, non mi fermo, continuo a creare anche a nuovi progetti.

#iorestoacasaecontinuoacreare

foto by Pinterest

“L’ Italia è come quella tipa che ha più talento di tutti, è come quella che le altre se le mangia, perché è nata bella, più bella di tutte e le altre se le asfalta. L’ Italia è come quella più ingegnosa, che ha le mani di una fata, che si inventa mille cose, perché è piena di risorse. Sa discutere di storia, di mare, di montagne, sa di cibo, di buon vino, di dialetti, di pittori, di scultori, di scrittori, di eccellenze nella scienza, non c’è niente che non sa. E quando questa tipa bella e talentuosa inciampa e cade, la platea delle sfigate esulta. È la rabbia delle poverine ingelosite, quelle al buio, perché Lei è comunque bella anche quando cade a terra. Ma l’Italia è una tipa con stivale tacco 12, ovviamente made in Italy, che nessuna sa portare meglio di Lei. Tempo di rialzarsi, e sarà più bella di prima.” 💖
cit.

Premio Cambiamenti 2016

Mi ero dimenticata di raccontarvi una cosa straordinaria. Lo faccio adesso, con molto ritardo, ma merita.
Qualche tempo fa ho presentato la mia candidatura alla prima edizione di Cambiamenti, il premio al pensiero innovativo della neo impresa italiana indetto dalla CNA (Confederazione nazionale artigiani della piccola e media impresa) in occasione del settantesimo anniversario di vita.
Per una volta le istituzioni hanno deciso di puntare sul coraggio, sul talento e la creatività di chi, come me, ogni giorno si mette in gioco per la soddisfazione propria e della comunità che vive, con l’ambizione di riuscire a portare valore all’intero sistema produttivo italiano.

Sono state oltre 600 le startup candidate in tutta Italia
60 le imprese toscane
3 le imprese vincitrici della tappa Toscana
1 la migliore impresa femminile toscana
12 le imprese toscane che passano il turno per la selezione nazionale

Ed io:
ho vinto il Premio Provinciale Cambiamenti: un riconoscimento per innovazione e Artigianalità del prodotto.

Inoltre la mia impresa è stata selezionata tra le 12 imprese Toscane che han passato il turno per la selezione nazionale.  Non ho vinto il super premio finale, ma che figataaaaa!
Orgoglio, soddisfazione, e un senso di appagamento personale mi ha pervasa per giorni e finalmente ho capito che  stavo, e sto, facendo la cosa giusta…
…perchè io AMO il mio lavoro, e lo porto avanti con passione e tenacia!

Un sentito ringraziamento alle mie torte finte.

 

 

7:40 Terremoto e Florence Creativity

Domenica 30 ottobre 2016, ore 7:40 – L’Italia centrale viene scossa da l’ennesima potente scossa di Terremoto.

Domenica 30 ottobre 2016, ore 7:40 – Mi sono svegliata da circa un’ora e sto viaggiando in auto verso il Florence Creativity. Sto ascoltando spensierata radio Dee Jay, quando lo speaker viene colto di sorpresa, in diretta, da l’ennesima potente scossa. La radio sta trasmettendo da Roma, ma nonostante la distanza da l’epicentro del terremoto, la scossa fa tremare lo studio per alcuni interminabili secondi.

Ancora non so con che diavolo di umore sia riuscita a raggiungere la fiera, dove, da 3 giorni, le mie torte sono in bella mostra al mio stand.
Mia madre cerca di tirami su il morale. Dice che in un modo o nell’altro, la vita non si può fermare. The show must go on, purtroppo. L’animo è sconvolto. E se sono sconvolta io, possiamo solo lontanamente immaginare com’è sconvolto chi il terremoto l’ha vissuto da vicino.
Sono sgomenta, ma affronto la giornata con il sorriso e la carica che serve per una fiera del genere. Sono fortunata, ma questo non allevia il mio dolore per chi non lo è.

Sono tante le persone che ho visto e con cui ho scambiato qualche parola. Persone che mi hanno conosciuta sul web e sono passate per un saluto, per dirmi quanto sono ancora più belle dal vivo le mie torte. Persone che non immaginavano potessero esistere meraviglie del genere. Persone che sono rimaste a bocca aperta, e mi hanno fatto ogni genere di complimento. Persone che hanno fatto un piccolo o grande acquisto.
Insomma, devo essere sincera:
sono veramente grata a tutte queste persone che mi hanno fatto capire che svolgo bene il mio lavoro. Tutto questo mi rende felice.

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Due sono le frasi ricorrenti che ho sentito e due sono state le risposte ricorrenti che ho dato.
E due sono stati i pensieri che avrei voluto avere il tempo di formulare con ognuna di quelle persone.
-Uhm… questi dolci sono veramente ben fatti, fanno venire l’acquolina in bocca!
-Grazie, sono contenta vi piacciano!
In verità avrei voluto dire:
Quando progetto e realizzo i miei dolci, l’intento è che sembrino veri. Mi impegno affinchè i miei dolci siano i più realistici possibile, è la mia aspirazione più grande. Se i miei dolci fanno venire fame, allora significa che ci sono riuscita!

-Con cosa sono fatti questi dolci?
-Materiali misti!
In verità avrei voluto dire:
Sono anni che sperimento. Sono anni che spendo soldi, tempo e passione per comperare ogni genere di materiale e attrezzature. Chi mi sonosce sa che non sono il tipo che se la tira, ma alla fiera, in due minuti, a perfetti sconosciuti, non mi sento di dire cosa uso e che procedimenti adotto per realizzare le mie torte. Spesso sono tecniche imparate dopo molte ore di lavoro, o anche imparate da errori fatti, talvolta procedimenti inventati da zero!

Dietro a queste domande, spesso ci sono solo persone curiose di capire come certe “creazioni” siano state concepite. Immagino che non si nascondano spie o copioni, ma non me ne volete se non svelo i miei piccoli trucchi! Come un cuoco non rivela la ricetta del suo piatto migliore, io non mi sento di svelare la mia!
Lo stesso vale per chi dopo esser stato alla fiera, ha visto le mie torte, se ne è innamorato, e mi ha scritto in privato affinchè facessi un elenco dei materiali usati. Ma anche no, grazie! Io amo il mio lavoro, lo svolgo con passione, dedico gran parte della mia giornata a sfornare dolci… ne sono fiera ed anche un po’ gelosa.

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In ogni modo, che dire, la fiera è una bella soddisfazione, ma chissà… forse è l’ultima che faccio, per tutta una serie di motivi.
Lo stand costa un botto ed io sono solo una piccola artigiana. L’allestimento curato in ogni piccolo dettaglio richiede tempo per il montaggio e lo smontaggio. I viaggi in su e in giù costano soldi e fatica. La famiglia lasciata allo sbando per una settimana!
Gli ordini, le richieste e le mail che restano indietro e si accumulano per giorni.
Se poi ci metto anche la fatica di caricare sulle spalle tutti gli scatoloni, e trasportarli dallo stand alla macchina a piedi a fine fiera, poichè l’organizzatore  riserva lo spazio di carico agli stand “più grandi” e che giustamente di sforzi economici ne hanno fatti più di me, beh, ecco…lasciamo perdere!

Forse forse preferisco continuare a lavorare per il mondo virtuale, per tutti quei clienti che mi cercano o mi scoprono per caso e desiderano una piccola grande torta finta!

Tornando al Terremoto, vi confido che sono ancora sconvolta. Sono vicina alle popolazioni colpite. Sono veramente dispiaciuta.
Anche se può sembrare una goccia nell’Oceano, ho predisposto
un contributo simbolico di 74 euro (7:40 ora di quel terremoto) per aiutare le popolazioni colpite dal sisma, poi penserò a cos’altro posso fare. E’ mio dovere dare una mano. Anche tu, che stai leggendo ora… dai la tua mano.

Torte finte al Florence Creativity dal 27 al 30 ottobre 2016

Se volete vedere le mie creazioni belle e finite… allora vi aspetto al Florence Creativity dal 27 al 30 ottobre 2016, stand H119.
Manca pocooooo!

Troverete assaggi Natalizi, torte di ogni sorta,  bijoux a tema, charms per creare da soli la vostra bigiotteria, Miniature di fimo, cupcakes, ciambelle…

Sono emozionata come una bambina! Vi aspetto!

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Un cioccolatino gustoso, anzi due

Oggi vi racconto la storia di un Cioccolatino gustoso, anzi due.
Al Florence Creativity ho conosciuto una creatura straordinaria: Matilde.
Lei mi ha trovata, e poi io l’ho scoperta. O meglio, ho scoperto le sue creazioni.
Ha acquistato da me un cioccolatino di fimo ed ha creato un simpatico porta fedi (o cuscino, o ciò che volete voi) di cui mi sono innamorata.
Questa è la sua pagina facebook, e questo il suo BLOG bellissimissimo. Mi sono persa a leggere i suoi pensieri, che per certi versi assomigliano ai miei…una leggerezza, un modo così dolce ma anche molto “centrato” di esprimere concetti e stati d’animo. Wow…che gioia. Eh si, questa è la gioia: conoscere persone straordinarie.
Badate poi cosa scrive di me: “La seconda è Elisabetta, nota come Eclettica Betty; una donna incredibile, un’artista, un fumetto, un folletto, non saprei come definirla, se volete la trovate anche su Facebook. I suoi sono i primi dolcetti di fimo realizzati talmente bene da poterne sentire il profumo. E non scherzo: sono irresistibili. Golosi, eleganti, divertenti , quasi vivi! Quasi possibili pupazzi…

E questa la sua creazione accanto alla mia. Dove ci porteranno i nostri cioccolatini?

Pezzetti di Matilde

Telecolorolo – parodia

Non vi avevo ancora confessato di aver registrato una delle parodie più esilaranti che si siano mai viste: Telecolorolo.
La serie che per adesso conta di 2 puntate e 3 episodi, si sta preparando a nuove pubblicazioni.

In Telecolorolo mi trovate nei panni di Finca, interior design, e poi ci sono gli amici più pazzi dell’improvvisazione teatrale: Stefania Borgioli nei panni di Fiona, una specialista in riciclo creativo, Giovanni Noferi che interpreta Preston, il Florist, e poi c’è Guido Materi, che ha curato le riprese e il favoloso montaggio.

Date un’occhiata e condividete se potete. Noi ci siamo divertiti tantissimo.
Clicca sui Link, le puntate sono su YOUTUBE

PRIMA PUNTATA – Prima Parte

PRIMA PUNTATA – Seconda Parte

SECONDA PUNTATA

Prima Crociera Creativa 7-11 maggio 2014

foto di gruppo Crociera Creativa

Sono passati diversi giorni dal rientro dalla Crociera Creativa svoltasi a bordo di Costa Luminosa dal 7 a l’11 maggio 2014. Non ero ancora riuscita a raccogliere le energie giuste per potervi parlare di questa bellissima esperienza vissuta.

Oggi, finalmente, posso mostrarvi alcune foto scattate a bordo della nave, durante i corsi, durante la navigazione, ad un brindisi speciale.

Il primo ringraziamento va a Barbara Medici della redazione di Casa Creativa, che per prima mi ha comunicato di far parte del Team di Creative scelte in tutta Italia. E non vi sto a narrare l’emozione vissuta in quei momenti.
Poi, un ringraziamento sentito va ad Alberto Mazzantini, editore di molte riviste di successo (QUI il link di Editoria Europea), e a Marco Venanzi, suo fedele braccio destro, per aver organizzato questa fantastica occasione di studio e divertimento, ma soprattutto per l’opportunità che mi è stata concessa.

Io e le mie colleghe Creative abbiamo tenuto i corsi di creatività durante la navigazione. Abbiamo creato Progetti e conosciuto persone simpatiche e brillanti. Ognuna con la propria storia da raccontare. Donne straordinarie, accomunate dalle stesse passioni per la creatività, sia essa espressa con le più disparate abilità: nel cucito, nello shabby, nella pittura, scrap…ecc…

Mi sono divertita, mi sono rilassata, mi sono ricaricata, ho fatto amicizia con colleghe che come me, rincorrono un sogno, poter un giorno aprire un proprio laboratorio.
Fra loro, in particolare, c’è una ragazza simpatica ed energica, una fonte inesauribile di idee: Paola Fontata. QUI, trovi il suo Blog in stile Shabby. Grazie anche a te Paola, per aver trascorso con me e la mia famiglia, i momenti più emozionanti nelle spendide città che abbiamo visitato (Barcellona, Ibiza, Marsiglia).

Grazie a tutti, e ora, a voi…le FOTOOOOO!

Un brindisi dello Staff durante la cena a bordo:

brindisi finale in crociera

 

I Corsi in Crociera:
Corso di Cerchietto per capelliCorso MemoboardCorso Pomander con rose di pannolenciprogetti

Ed ora alcuni dei miei scatti di viaggio.

Barcellona:

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Ibiza:

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Marsiglia:

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Pensieri confusi ma non troppo

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Già il fatto di titolare questo mio nuovo post “pensieri” mi fa trasalire.
La parola pensieri non si intona con “stato d’animo”. Lo stato d’animo è una cosa che esiste. Si sta male o si sta bene, quindi è reale. Il pensiero in se, non esiste. Consiste in una idea, quindi è incosistenza pura.
Si capisce però il genere di inalberamento mentale in cui mi trovo al momento.
Sono la classica persona che non sta bene, e non sta male. Mai.

Al momento avrei desiderio di tornare al  periodo dei telefoni grigi, quelli con la cornettona, e non per nostalgia delle cose passate in se, ma piuttosto per nostalgia verso i momenti che ti legano alle cose del passato.
Periodo in cui c’era la vera voglia di chiamare qualcuno. In cui le parole non venivano affidate ad un sms. Era il periodo degli scherzi telefonici, quando ancora potevi chiamare qualcuno senza rischiare una denuncia. Periodo in cui si prendeva in mano una cornetta appunto.

Era anche il periodo in cui mi faceva tanta voglia fare l’albero di Natale. Mio padre era ancora vivo ed io ricevevo bei regali dagli zii e dai nonni. Molto diversi da quelli di adesso, comperati “senza senso” alla vigilia di Natale, o scelti appositamente in quei negozi di roba orrenda.
Era anche il periodo in cui sognavo di diventare qualcuno. Chi, non lo so. Ma qualcuno.
Era il periodo della scuola, degli amici sinceri.

Era il periodo in cui mi piaceva annusare il profumo del legno appena tagliato. Il legno tagliato dal nonno.
Era il periodo del nonno, e dei mestieri.
Era il periodo delle botteghe artigiane e delle capacità. E badate che non sono passati secoli. Ho solo 39 anni.

Era il periodo dell’ottimismo fanciullesco, in cui i sogni ti sembrano così veri da pensare che realizzarli sia facile come giocare a Barbie.
Era il periodo del gioco. Il periodo della spensieratezza e della felicità, come quando potevo uscire la sera in canottiera…d’estate s’intende.

Manca poco alla fine del 2013, e badate bene, questo discorso che sto facendo non c’entra nulla con la conclusione dell’anno in corso. I bilanci si fanno in ogni periodo dell’anno. Ed ora è arrivato uno di quei momenti per fare un bilancio. Il bilancio di una vita, e niente va come dovrebbe.
O meglio, niente va come avrei voluto.
Chissà perchè la vita ti porta tanto lontano dalle idee con cui cresci.

Eppure, non c’è giorno in cui non pensi a cosa farai da grande, a quale sarà il tuo lavoro, il tuo compagno, se avrai figli.
Dovrebbero rendere obbligatorio a scuola il seguente esercizio:
“Scrivi cosa diventerai, cosa farai, e con chi sarai a 39 anni”. Poi piega il biglietto, mettilo in un posto sicuro. dimenticatelo, e quando avrai 39 anni, tiralo fuori e fatti due risate nel rileggerlo.

Ma lo fa solo a me?

Niente va come dovrebbe. E se ad ascoltare gli esperti, basterebbe accettare e lasciarsi andare, a me risulta tanto difficile accettare questa vita e questi cambiamenti.
Voglio dire…ma a che serve arrabattarsi ad essere qualcosa o qualcuno?
Che si esaudiscano o meno i nostri desideri più intimi, mica cambia qualcosa in fondo. Siamo sempre qua, infilati in una gabbia.
Ma dov’è il senso di una vita?
Chi ci lascia, chi resta, chi parte, chi riesce, chi piange, chi esulta.

Era il periodo dei cartoni animati le cui sigle erano lente e tutte cantate da Cristina d’Avena. Ed erano belle sigle. Le sapevo a memoria. Le cantavo, sempre.
Era il periodo in cui cantavo, senza senso, solo per il gusto di cantare.
Era il periodo in cui c’era gusto a fare le cose.
Era il periodo della lentezza. Di sparecchiare la tavola piano e con divertimento. Di mangiare con gusto perchè si aveva fame.
Era il periodo in cui si stava una giornata a progettare la costruzione di una casetta sull’albero. Casetta mai costruita.
Era il periodo in cui, per progettare la costruzione di una casetta sull’albero, stavamo 6 ore fuori casa, tra l’erba e i fiori…perchè c’erano ancora i fiori,  e in cui farsi venire l’allergia al polline.

Ma insomma, ma non l’hai capito che son fatta strana? Sono romantica. Mi basta poco per essere felice. Mi basta una carezza, un abbraccio. Un criceto. Ma senza anche queste poche cose, sono finita.

 

 

 

 

Notte

Ieri ho sentito la necessità di uscire a guardare la notte.

Mi sentivo depressa. La notte mi ha ascoltata.
Il suo abbraccio caldo e silenzioso mi ha nutrita.

Potrai un giorno anche tu comprendermi senza chiedere niente?
Potrai amarmi incondizionatamente? La notte lo fa.

Ho chiuso gli occhi per un attimo e la notte mi ha portata in una città lontana. Seduta su una panchina, a godere la brezza del vento che mi accarezzava il viso. In lontananza, ma mai assordanti, i rumori del traffico cittadino. Mi cullavano come un carillon.

Oh si, eccome… la notte ti porta dove vuoi. Basta chiudere gli occhi e immaginarti in ogni dove.
Ieri notte io sono stata a New York…

Orizzonti

Orizzonti” all’orizzonte…è il caso di dire così!
Sono felice di informarvi che la mia amica, nonchè scrittrice, nonchè giornalista della rivista “Orizzonti”, il mensile di Lamporecchio, ha pubblicato un bellissimo articolo che mi riguarda. Onoratissima di mostrarvelo, e onoratissima di tanta pubblicità.

Un Grazie sentito a Michela Cammilli per questa bella pubblicità!

Dimagrire col Divertimento

Finalmente  posso mostrarvi i VIDEO che ho girato insieme ad altre attrici che fanno parte del gruppo di Improvvisatori fiorentini, per supportare in modo ironico, un metodo SERIO, REALE, per Dimagrire.
Basta con le solite diete e i soliti sforzi…

LA VISITA DI CONTROLLO

DA UN MESE SENZA

I CONDIMENTI

Due CARE amiche, mettono al servizio di coloro che hanno da perdere qualche kilo di troppo, un metodo Speciale e rivoluzionario.

Un corso dove sentirsi a proprio agio, ritrovare una parte di se, e soprattutto smettere di soffrire.

Ecco cosa si dice di Questo metodo:

 DIMAGRIMENTE è un metodo innovativo che ti aiuterà a dimagrire in modo semplice e divertente.
Forse in passato hai seguito delle diete, probabilmente hai ottenuto i risultati desiderati ma… sei riuscito a mantenerli nel tempo?
Pensare che una dieta, anche la più equilibrata, sia il sistema giusto per recuperare la propria forma fisica è un errore. Una dieta è un vero e proprio insieme di obblighi e doveri, regole e costrizioni… spesso si arriva all’obiettivo stremati, stanchi con una voglia pazza di sgarrare… ed ecco che i chili persi spesso sono riacquistati con gli interessi!

Con DimagriMente imparerai a mangiare per fame e per gusto, senza le costrizioni di una dieta, liberandoti definitivamente dai meccanismi che ti impediscono di dimagrire.

DIMAGRIMENTE è un vero e proprio programma formativo che ti permetterà di:

  • smettere di mangiare troppo
  • controllare gli attacchi di fame
  • guardarti allo specchio con soddisfazione
  • gestire le emozioni senza necessariamente ricorrere al cibo

DIMAGRIMENTE è un metodo innovativo che ti aiuterà a dimagrire in modo semplice e divertente.

Puoi saperne di più cliccando QUI! Avrai info su corsi e metodo.

 

Se COPI non crei

Ho sentito la necessità di scrivere due parole a favore delle creatività. Penso che, o ce l’hai o non ce l’hai.
La creatività è cosa divina mi si diceva qualche tempo fa…ma pur vivendo in te, la si deve sviluppare coltivandola.
Coltivare la Creatività significa, creare sempre cose nuove, sperimentare, giocare con i materiali, osservare.
Spesso Internet è un pozzo di idee… cerchi, guardi, prendi spunto, per provare poi a creare qualcosa di veramente tuo.
Una ricerca continua… una ricerca inesauribile.
C’è chi invece, questa ricerca la utilizza solo per copiare PARI PARI quello che vede.

Sono lusingata quando Copiano le mie Creazioni, significa che piacciono, ma alle volte provo pena per coloro che dopo aver Copiato spudoratamente il mio lavoro…dalle Creazioni Originali agli Allestimenti, si  pavoneggiano spacciandolo per propria invenzione.

Evidentemente c’è un incapacità di fondo di queste persone ad avere uno stile proprio.

Beh, resta la convinzione però che potranno copiare tutto quello che vedono, ma la Creatività:
Quella non si può copiare. O ce l’hai o non ce l’hai.

Grazie

P.S. Quindi, a tutti i copioni che spacciano il lavoro degli altri per proprio, dedico questo VIDEO tratto da You-Tube.

Sally e le merde

E’ con immenso piacere che annuncio l’uscita del mio primo romanzo:
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“Sally e le merde” è un romanzo spassoso ed ironico. Una storia dissacrante ma reale, capace di fotografare il contesto e lo stato emotivo dei personaggi in maniera pulita e assolutamente gradevole.
Sally Sallivan è una esuberante arredatrice che vive e lavora a New York, ma di origini italiane.
Ossessionata dal cibo e animata da un senso cinico per la vendetta, Sally ha una vita frenetica e piena zeppa di impegni.
Non le manca nulla: un lavoro che ama, un socio gay, un vicino di casa di 130 kg che le fa il filo, un dottore “depravato e maniaco sessuale” come lei lo definisce, ma anche un marito che le riserverà ben presto un’amara sorpresa.
La storia si dipana tra colpi di scena, equivoci ed escrementi di varia natura, fino ad arrivare ad un esilarante quanto esplosivo finale.
Colgo l’occasione per ringraziare Alberto, senza il suo prezioso aiuto non ce l’avrei mai fatta!

Se volete, potete trovare una copia del mio romanzo direttamente dal sito www.photocity.it
clikkando QUI.

Oppure prenotando una copia alla mia mail betty.desideri@virgilio.it

Oggi sposi

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Ebbene, a 37 anni suonati, la fatidica data è arrivata anche per me e l’Emozione provata è stata Unica! Per la prima volta posso dire di aver vissuto un Sogno…ed è stato un sogno Magnifico!
Un sogno condiviso con il mio Amore Riccardo, la mia bambina Camilla, le Famiglie e tutti gli Amici che con la loro presenza hanno reso unico e indimenticabile questo giorno
.

Leggi questo post e se hai bisogno di qualche suggerimento per la tua Cerimonia, contattami a betty.desideri@virgilio.it
sarò felice di aiutarti!

2 luglio 2011

  • Il Tema scelto per il matrimonio è stato il CHICCO e come  Colore ha prevalso il ROSA in tutte le sue sfumature e tonalità!
  • A dare il lieto annuncio è stata Camilla con Le Partecipazioni scelte sul sito PartecipazioniMatrimonio, scherzose ma allo stesso modo ben fatte.
    Eccole:
    Le Partecipazioni
  • Alle Bomboniere (ben 150) c’ho pensato io usando i seguenti Ingredienti:
  1. scatoline in PVC
  2. un po’ di MarshMallow multicolor di 2 tipi diversi
  3. dei Fiorellini (marshmallow)
  4. dei confettoni da degustazione misti

scatolina trasparentemarshmallowsfiorelliniconfetti

Per la guarnizione ho usato:

  1. tanti nastrini
  2. dei pirottini di carta per CupCakes
  3. i miei CupCakes di feltro, fatti a mano ed ornati con mini dolcetti di fimo, uno ad uno.
  4. un pizzico di Fantasia

 

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Son venute così:

Bomboniera RossADSCN0628

Visione d’Insieme:

Bomboniere d'Insieme

E questa è Quella usata per i 4 Testimoni, un CupCake di ceramica, e vicino la foto della tavola delle Bomboniere:
DSCN0710Il tavolo delle Bomboniere

Inoltre abbiamo fatto un’offerta a Soccorso Clown, perchè ci sembrava che la bomboniera migliore da offrire insieme al nostro piccolo presente, fosse il sorriso di un bambino in Ospedale.

  • La Cerimonia si è svolta presso la Sala Consiliare del Comune di Montecatini Terme. In puro stile americano, gli Amici Teatranti si sono gentilmente offerti (leggi “sono stati obbligati”) di accompagnarmi all’Altare con una Performance esilarante e commovente al tempo stesso.
    Questi sono gli addobbi che ho preparato per le donne:
    DSCN07132 luglio - i pazzi entrano in comune
  • Camilla con tanta Emozione ha portato le Fedi vestita con uno splendido Abitino Cucito dalla Nonna Grazia e ornato da me!

Questa è la Coroncina Fiorita Porta Fedi, che ho confezionato utilizzando gli stessi colori del tulle usato per l’Abitino di Camilla:
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  • La Location che abbiamo scelto per la Festa/post cerimonia è la Fattoria di Calappiano, circondata da 60 ettari di vigneti e costruita dalla famiglia Medici nel 1500, situata in località Calappiano-Vinci.
  • Il Catering che ha preparato tutti i Finger Food da noi scelti, ed ha allestito tutti gli angoli a tema come quello della Paella Valenciana, del Polpo, dei Formaggi e Salumi, del Cioccolato offerto con il RUM (e molti altri) è quello della Dea Party di Lamporecchio.
    E perchè della Torta Nuziale e del suo Topper ne vogliamo parlare??

Ho usato delle Barbie, e le ho vestite come nella realtà!

2 luglio 2011 il Topper Torta

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  • Gli Addobbi Floreali e la Confettata sono stati curati da Lisa e Teresa, due Mie grandi amiche e Professioniste impeccabili, alle quali voglio un mondo di bene.
    Intanto qualche Immagine delle composizioni, ma se volete andarle a visitare, il loro negozio “Fiori di Lisa e Teresa” si trova a Larciano (Pistoia), in via Gramsci.

Addobbo al ComunePalle di fioriAddobbo alla VillaLa mia Confettata

Solo per curiosità, tra la Sala Consiliare che ha ospitato la Cerimonia, e la Fattoria per la cena, sono occorsi 135 metri di tulle!

  • E il Bouquet, che dire, un’Opera d’arte ispirata ai lavori della bravissima Amanda Heer, soprannominato dalla Teresa “L’Ape di Catola” (e solo noi sappiamo perchè!). Composto da fiori veri e finti, spille e gioielli di famiglia.

2 luglio - Betty primo piano

  • Per la Musica ovviamente ci siamo affidati al mitico Duo “M&M” (Michele e Michele) supportato dalle splendide voci delle amiche donne! Tutto sommato era un Servizio Ricambiato 🙂 .
  • Le Foto sono state curate da Foto Ottica Goiorani di Montecatini Terme, dove lavora un amico di Ric,
  • Il Video invece è stato girato e montato dal Mitico Paul Cameron, giovane regista di Firenze, noto per aver autoprodotto il suo Film “GDR” incentrato sul Gioco di Ruolo. QUI trovi il Teaser Trailer del Film.
  • E ora Eccomi con un Abito creato apposta per Me dall’Atelier Gabriella Sposi di Montecatini Terme all’uscita dalla Cerimonia con mio Marito.

  • Indosso gli Accessori Unici (Cerchietto e Cintura) creati su mia richiesta dal Bravissimo Filippo Grandulli di Cagliari.

Le Scarpine sono queste: un paio a tacco alto per il giorno e un paio comodo per saltare e ballare la sera, trasformate da me semplicemtne attaccandoci delle decorazioni MyHandMade in fimo e tulle:

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  • Il Trucco e Parrucco sono stati curati rispettivamente da Silvia e Simone Hair Stylist di Montecatini Terme.
  • Naturalmente non ci siamo fatti mancare un Bel Viaggio di Nozze a New York, organizzato all’Agenzia Quattro Cantoni di Montecatini Terme, e ben riuscito!

QUI trovi l’articolo delle sensazioni post viaggio di nozze!

  • E ovviamente, alla Fattoria, non sono mancate le Sorprese:
    – una Nuvola di Palloncini gonfiati ad elio, ai quali abbiamo legato un grande fiocco di tulle e un sacco con tanti Cartellini sui quali ogni invitato ha scritto un Desiderio, fatta volare nel cielo blu;
    – una Tela bianca posizionata su un cavalletto, sulla quale bimbi e grandi sono stati invitati a lasciare un “Segno” in ricordo del 2 Luglio 2011.

E qui sotto lascio alle future Aspiranti Sposine, un Riepilogo/Manuale per affrontare i Preparativi di un Matrimonio!

  • Nervi saldi e Relax
  • Scelta del Tema Principale e del/i Colore/i
  • Scelta degli Abiti (Uomo e Donna), Scarpe, Accessori
  • Ordinazione Fedi
  • Conta degli Invitati
  • Partecipazioni (ed eventuali Ringraziamenti da far stampare)
  • Bomboniere
  • Lista Nozze
  • Viaggio di Nozze (che può coincidere con la Lista Nozze)
  • Scelta della Location per la Cerimonia
  • Scelta della Location per la Festa
  • Scelta del Menu (ed eventualmente Scelta dei Tavoli e loro Apparecchiatura, i Segnaposto per gli Ospiti ed il Tableau, i Centrotavola)
  • Addobbi Floreali e Bouquet della Sposa
  • Trucco e Parrucco
  • Foto
  • Video
  • Musica (eventualemente sia per la Cerimonia che per la Festa)
  • Qualche sorpresa
  • Siae (se viene fatta Musica)
Se invece ti servono dei suggerimenti per organizzare la tua Cerimonia contattami a betty.desideri@virgilio.it
Sarò lieta di aiutarti!

Il mio viaggio a New York

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Dire che New York è una città magica pare scontato, ma è così che la penso, e devo dirlo:
New York “è” magica, e chi ha avuto la fortuna di esserci stato, lo sa.

Una città così piena di vita e sentimenti da sentirla “Mia”. E più la sento Mia,  tanto più mi è difficile spiegarne il motivo.
Ed è qui che vive una parte di me. Una parte di cuore.

I profumi che trovi, gli odori inconfondibili ad ogni angolo di strada, dall’inebraiante profumo di curry misto al kebab e hot-dog, alla puzza di vapore e spazzatura, al cristallino aroma di vaniglia e biscotti spruzzato davanti ad una boutique.
I marciapiedi usurati, i colori grigi dei palazzi accostati a quelli vivaci delle pubblicità.

Qui c’è tutto. Non manca niente.
C’è tutto ed il contrario di tutto.
Se cerchi bene trovi più di uno scoiattolo abituato a mangiare le nocciole direttamente dalla mano. Vivono in parchi artificiali in mezzo alla città fitta di Grattacieli unici al mondo. Puoi sedere in pace su di una panchina e NON sentire lo sfrecciare dei 25000 taxi presenti in città.
Puoi provare una commedia a Central Park o fare Yoga in centro! Tutti ti guardano, nessuno ti nota.
Trovi volti sconosciuti e maledettamente familiari.
Una donna anziana che cammina accucciata dal gran caldo, un barbone che raccoglie lattine, una bambola dai tratti umani, un bimbo afrocinese, nero e dagli occhi a mandorla, avvolto in una miscellanea di colori così ben amalgamati fra loro da sembrare irreale, una ragazza così bella da mozzare il fiato, un negozio di caramelle, un sorriso, una torta colorata.

New York devi vederla almeno 3 volte. Una volta con lo sguardo a terra, una volta in avanti, e soprattutto una volta col naso in su.
Gente che va, gente che viene… ma dove vanno tutti?
Quanti siamo?
Dove stiamo andando?
A New York si cammina tanto, ma tanto… tantissimo! E alla fine della giornata siamo esausti, e non vediamo l’ora di accasciarci sul letto, ma solo per svegliarci il più presto possibile ancora QUI.

New York vive dentro di me e per me, accompagna i miei sogni e il mio immaginario, mi culla.

E non posso raccontarti cosa ho visto o le ispirazioni che ho trovato, perchè non posso farti vedere dentro al mio cuore.
Posso solo consigliarti di vedere New York, almeno una volta nella vita.

AMORE si deve

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In una delle prime lezioni per diventare “Clown in corsia” ci fu chiesto quali fossero gli  obiettivi più importanti della nostra vita.
Fui felice di questa domanda. Un po’ perchè ritenevo si tenesse conto del pensiero delle persone. Un po’ perchè  ognuno di noi avrebbe avuto modo di condividere le proprie sensazioni. Un po’ perchè consideravo “quella” una delle più importanti domande della mia vita.
Spesso infatti mi sono interrogata su “cosa ci stiamo a fare su questa terra?“.
Molti risposero che la famiglia, i figli e comunque le persone alle quali eravamo legati, fossero la cosa più importante. Qualcuno disse “essere felice”.
Io dissi che il mio obiettivo principale era quello di “Imparare ad Accettare”. Imparare ad accettare gli altri, imparare ad accettare il mondo, le sue bellezze e le sue cattiverie.

Dopo aver ascoltato le risposte di ognuno, ci fu un attimo di pausa.
Poi ci mettemmo ad ascoltare in silenzio quella che sarebbe stata una vera e propria illuminazione.

Con lo stupore di un bambino al quale stanno raccontando la storia di babbo Natale, assorbimmo tutte le parole che seguirono “la fatidica domanda e le relative risposte di ognuno di noi”.
Gli sguardi attoniti, addolciti.

Fu una vera e propria scoperta, e se pur con una nota di sarcastico “ma questo lo sapevo già”, non potemmo fare a meno di considerare la cosa da un altro punto di vista. Un punto di vista un po’ più ampio, per così dire.

Quelli che credevamo essere gli obiettivi di una vita, e tutti degni di rispetto, come la famiglia, i figli, le persone care, la salute…ecc…, furono demoliti da una sola Tonante parola:

AMARE.

Amare è l’unico vero, reale, importante obiettivo della nostra vita.

Tutto il resto non conta nulla. Tutto il resto cambia col tempo e con le circostanze. Tutto il resto potrebbe non esserci affatto. La famiglia, i figli, la salute, il lavoro, la fortuna, i soldi, tutti obiettivi che potrebbero non realizzarsi mai.

Ma se guardiamo la vita Amando, tutto il resto è di secondaria importanza.

L’AMORE puoi portarlo con te in ogni istante, in ogni luogo. Puoi condividerlo con chi vuoi.

Puoi fare tutto questo e non ti costerà nulla.
Anzi: “DEVI” fare tutto questo.
Amare ogni essere vivente, ogni essere umano. E non solo. Amare anche una scarpa, perchè anche dietro ad una semplice scarpa c’è sempre il lavoro di un uomo.

AMA.

L’insostenibile irrequietezza dell’essere

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Con una certa dose di paura, e di stupore, scopro che chi cova un’animo artistico deve fare i conti sempre e comunque con una continua ricerca di se stessi.

Non so se è la comune via di tutti, ma per lo meno di tanti. Di me.

Una continua lotta. Una continua ed estenuante battaglia.

Mi chiedo dove debba portare tutta questa inquietudine. Da dove nasce.

Come se “non ci si bastasse mai“.

Lotta, battaglia, ricerca.

O se fosse solo uno sforzo?
Uno sforzo per nascere. Uno sforzo per trovare l’Essere.

L’essere. Una continua ricerca dell’essere. Come il Siddharta.

E una domanda che non dovrebbe mai essere fatta: perchè?

Non c’è risposta.

A volte credo di essere paranoica.

Questa è l’unica cosa che mi si delinea nella mente.

Non c’è ricerca. Ma solo paranoia. Schizofrenia imminente.

O semplicemente un animo artistico in cerca del suo posto.

Perdersi

Tristezza

Quando mi sento vuota e priva di stimoli non mi piaccio
Quando sto male covo il senso di un’impotente oppressione
Quando mi perdo vago

Un mattone nel petto sta per esplodere
Un pianto al suo nascere sta per morire
Quando l’incomprensione ti ferisce

Guardo il gomitolo di pensieri che attanagliano il mio essere
Non mi va di parlare
Non mi va di sentire e provare ad ascoltare. Non mi va niente.

Insicurezza
Incomprensione

Desiderio di amore
Desiderio di accettazione
Taci
Almeno ora, taci

Un Naso Rosso chiamato Emozione

Clown_Mouse_by_The_House_of_Mouse

23 luglio 2010.
Da poche ore è terminata la prima fase del corso per diventare Clown Ospedaliero, un’esperienza indimenticabile.

Ho in testa un turbinio di “roba” che al momento non voglio chiamare pensieri.
Sono confusa e ho le  idee chiare.
Sono stanca ed estremamente rilassata.
Sono felice e  malinconica allo stesso tempo.

Quando “Tutto” è iniziato avevo un’idea, anche se non troppo chiara, di quello che immaginavo fosse un Clown in corsia.  Adesso, dopo solo 5 settimane, ho appena finito di sgretolare ogni mia certezza.
Nonostante possa ancora attingere alle risorse della mia memoria, e rivedere così quegl’occhi, quelle espressioni, quei volti così familiari, già mi mancano quei risvegli e l’attesa della lezione. Come fare senza?

In questa manciata di giorni sembrati secoli, c’è stata una spasmodica assimilazione di informazioni difficili da digerire, una vera e propria saturazione di immagini arrivateci senza controllo.
Ma soprattutto c’è stata una scoperta sensazionale: trovare me stessa diversa da sempre e trovare un’anima seppellita dalle cose e dai pensieri inutili.

Entro da solista ed esco in coro.
Il Gruppa si è formato. E badate bene, non ci sono errori di battitura, ma la volontà di scriverlo proprio così. La “o” avrebbe dato una giusta correzione alla parola, ma le avrebbe tolto quel gusto e quel sapore necessari. Qualcuno sa a cosa io mi stia riferendo.

Il Clown è sorriso, è bambino, è gioco sapiente e folle.
Il Clown va da A a B passando per C, F e Z. E non è importante arrivare alla meta, ma Come ci si arriva.
Il Come delle cose.
Ho scoperto anche questo: il Come.

C’è un Come, più importante della ragione stessa di vivere.
Non “dove”, non “quando”, ma COME.
Come è necessario essere presenti alle cose che facciamo, vediamo, respiriamo ogni giorno.
Come capire che affinchè le cose funzionino è necessaria una struttura.
Come saper sfruttare la fantasia laddove c’è dolore, rabbia, miseria, pietà, amore e conforto.
Come i Bambini necessitino il Meglio. Come darglielo.

E allora dedico queste righe agli amici di avventura e a Come arriveranno alla loro meta.
Lieta di aver fatto la conoscenza di persone straordinarie.

Ospi clown 2010

Foto di Gruppa OspiClown 2010

Un mestiere cucito addosso

Clown

La gioia è incontenibile.
L’entusiasmo non ha limiti.
C’è un lavoro che, ora ne ho la certezza, mi hanno cucito addosso.

A volte, quando ci si sente soffocati dai pensieri e dai problemi, sembra che la vita e il mondo non abbiano senso. Sembra che la nostra stessa esistenza abbia preso una via tortuosa e quanto meno sbagliata e insignificante.
Poi accade qualcosa che ribalta il piattume e la banalità, e quando meno te lo aspetti porta una boccata d’aria fresca.
La gioia arriva così, incontenibile.

Se qualche tempo fa mi avessero chiesto che lavoro io volessi fare, io non avrei saputo dare una risposta. Sebbene sentissi dentro di me di non essere soddisfatta, non avrei saputo dare una definizione alla mia professione ideale. Professione ideale. La parola in sè, è sufficiente a provocarmi una sorta di sconvolgimento interno. Quando si ha la netta sensazione di non essere nè carne nè pesce, quando non sai veramente “chi sei”, quando non si è abbastanza sicuri di sè e l’autostima vive quasi perennemente in cantina, allora sei di fronte a qualcosa di più, di un “semplice”problema esistenziale.

Hai si, un fremito, una voglia di cambiamento, un vulcano…
…ma non sai come innescare la scintilla.

Ecco, allora è meglio lasciare stare tutto com’è.
Lo so, potrà sembrare di arrendersi, ma è proprio questo il bello. Arrendersi e lasciare al caso, alle coincidenze e al “quel che sia sia”, è il modo migliore per far fiorire quel che è già dentro di noi.
In un primo momento sembrerà che qualcosa stia per  sfuggirci, sembrerà di non essere padroni del proprio destino. Ma è altrettanto vero (e personalmente constatato e sperimentato) che quando si cerca con tutte le forze di attuare un cambiamento, è il momento che questo non arriva.

E allora:
lasciate fare, lasciate che sia.
Il cambiamento che tanto desiderate arriverà da sè.

Tutto questo per dire che, mentre vestivo panni che non erano i miei e mentre tutto mi sembrava apatico e mancante di linfa vitale, mentre con tutte le mie forze cercavo di “studiare” le mosse future, stremata da tutto questo dispendio di energie inutile, decido di arrendermi e affidare al caso il mio futuro.

>E la notizia arriva, inaspettata.
Una mail di un amico. Una mail che mi informa che  una Associazione che opera all’interno di strutture in prevalenza pediatriche, seleziona candidati per la formazione di “Clown Ospedalieri”.
Io un Clown di corsia?

Devo innanzi tutto decidere se prendere al volo l’occasione oppure no. E per la prima volta non ci sono ma e non ci sono se. Senza pensarci invio il curriculum ma il mio pessimismo cosmico mi fa pensare che nonostante tutte l’esperienze avute in questi anni e la preparazione acquisita, non siano sufficienti, e che probabilmente mi scarteranno. E poi adesso, sto facendo tutt’altro lavoro. Che ne sarà di me?!

Passano pochi giorni e mi dicono che mi hanno selezionato per fare l’audizione.

Ho 3 giorni di tempo per preparare “i 5 minuti migliori del mio repertorio artistico”, questo è quello che mi chiedono e così, mi presento il giorno dell’audizione.

C’è un sacco di gente e sono agitata. Tutti hanno portato valigiate di roba, parrucche e travestimenti, io non ho niente. Qualcuno si sta già truccando e una ragazza carina mi chiede quando mi vestirò. Quando? Mai. Io non devo vestirmi, sono così, non ho portato niente o quasi, nella borsa ho la mia fida compagna: la Lontra Pinetini.

Entriamo e a turno iniziamo a presentarci e a fare il nostro spettacolo.

Quando tocca a me, mi sento abbastanza sicura ma emozionata. Io, non ho preparato nulla. Nessuno spettacolo, nessuno sketch, niente di niente. Io IMPROVVISO. Anzi improvvisiamo. Io e la Lontra Pinetini, la mia fida burattina.

Non so come sia andata, ma finita l’audizione esco con la speranza nel cuore di essere scelta, ma con la consapevolezza che siamo tantissimi, e il corso è a numero chiuso.

Passano 3 giorni 3 e il 26 maggio 2010 la mail arriva .

SONO STATA SCELTA.

Diventerò un Clown di corsia e per la prima volta mi sento fiera di me, delle mie capacità e del mio talento.

E ricordate: chi non crede alle coincidenze, le perde.

Doveroso ringraziare l’amico che mi ha mandato la mail, ovvero Marino Filippo Arrigoni,  direttore artistico e insegnante di Progetto Idra, la scuola dove ho frequentato i miei primi corsi di teatro. Grazie di cuore…

Macchie indelebili

Pennarelli

Fino a poco tempo fa pensavo che i pennarelli indelebili fossero gli unici a lasciare veramente il segno. Sui vestiti, sulle mani, sui muri, sulle tappezzerie. Così difficili da cancellare.
Oggi devo amaramente ricredermi.
Ci sono cose, fatti, luoghi, parole e frasi dette che restano impresse nella memorie più di una macchia.
E non se ne vanno. Restano lì, costantemente al tuo fianco, anche quando vorresti cancellarle. Spesso mi disturbano il sonno e qualcos’altro.
Vorrei lavarle. Ma non se ne vanno.

Ci sono persone che lasciano il segno, persone più amare del sale, vorresti non averle mai incontrate. Stanno lì, e rammaricata, guardi il segno che ti hanno lasciato addosso. Guardi il male che t’han fatto. Guardi la macchia.

Ci sono luoghi che lasciano il segno, un segno lieve, fresco e colorato come una musica che senti arrivare piano. Una musica che ti culla.

Se devo ricordare, guardo da quella parte.

Il mio sconosciuto

sconosciuto

Ho sentito parlare dell’iniziativa del 26 marzo su Facebook e solo in seguito, dopo essermi informata, vengo a conoscenza che è un’idea di Alberto Schiariti, che io fra l’altro ho il piacere di conoscere.
Quale iniziativa?
Semplice:
Leggere leggere leggere, Primo esperimento nazionale. Il 26 marzo regala un libro ad uno sconosciuto.

Da subito mi è parsa una bella iniziativa e parlando con Alberto un paio di mesi fa, mi aveva confessato della sorpresa quando dopo pochi giorni dalla sua ideazione, il gruppo avesse raggiunto circa 5 mila  adesioni. Adesso mi viene da ridere a pensare al coinvolgimento “nazionale” che questa manifestazione, mi piace chiamarla così, ha avuto, contando ben oltre 245 mila iscritti.
Dallla data della sua ideazione sono uscite decine di articoli sui giornali, quali Nazione, Tirreno, Vanity Fair, ecc… Alberto ha fatto incuriosire persino il Tg 5, il propramma di Fazio “Che tempo fa” e molte radio gli hanno dedicato interviste e quant’altro.
Torno a me e alla primissima impressione avuta quando ho letto in rete dell’iniziativa.
Devo essere sincera nel confessare che se non avessi conosciuto personalmente Alberto Schiariti, all’inizio l’idea mi era parsa piuttosto commerciale (non nego di aver pensato a quante librerie si sarebbero strusciate le mani quel giorno!). Ma è bastato spingere la pigrizia da parte e leggere TUTTO quello che l’ideatore aveva proposto e quali fossero i suoi intenti, per cambiare il preconcetto che avevo in testa. Così, mi son detta che in fondo sarebbe stato meglio comprare un libro che “altro”. I miei complimenti a chi ha aderito senza dubbi  e riserve mentali e soprattutto senza conoscere Alberto personalmente.

Nel mio piccolo ho cercato di coinvolgere più persone ho potuto, e soprattutto, coloro che non avessero avuto  la possibilità di usare internet e facebook.
La mia amica Samanta infatti, poco tecnologica, ha apprezzato il mio passaparola, e nonostante non abbia potuto seguire personalmete tutti gli sviluppi e gli interessanti  commenti lasciati dagli aderenti al gruppo, ha a sua volta parlato dell’iniziativa a quanti più amici e conoscenti.
Così abbiamo iniziato a progettare la nostra giornata, quale libro avremmo regalato e  quale dedica avremmo scritto all’interno.

Il 26 marzo la mia storia comincia così.

L’appuntamento è per le 9 e trenta. Samanta è puntuale e dopo esser salita sulla mia vettura partiamo per Firenze, degna città scelta per fare il nostro dono.
Samy ha in borsa il libro “Malaparte” ma non ha ancora scritto la sua dedica all’interno. Ne ha fatta una brutta copia su un fogliettino a quadrettini spiegazzato che ricopierà non appena arriverà la giusta ispirazione.
Io invece devo ancora acquistare il mio libro, anche se so già quale comperare: “Il colore viola”, libro che mi ha emozionato non poco e che ho letto quando avevo circa 15 anni, quindi, ben una ventina di anni fa. La dedica invece è già pronta e ben stampata in mente.

Il cielo è nuvoloso, fa freddo e sembra che stia per piovere. Decidiamo per strada di cambiare la nostra metà, abbiamo paura di bagnarci e di non goderci la nostra giornata. Anche se ci sembra scontato andiamo in un centro commerciale, sempre meglio il comodo caldo e un tetto, che il rischio di una pioggia scrosciante e persone che fuggono di qua e di la e che non hanno tempo per noi e per il nostro regalo.

Per fortuna c’è una libreria, così posso comperare il mio libro. Non è un problema neppure esser costretta a cambiare il titolo, visto che sono sprovvisti de “Il colore viola”,  “Va’ dove ti porta il cuore” è una degna sostituzione.
Fuori dalla libreria scrivo la mia dedica, Samy l’ha scritta appena abbiamo parcheggiato.
Eccola:

Non c’è niente di più bello che non avere aspettative e affidarsi al caso e alle coincidenze.
…e infatti, per caso, io ti ho scelto.
Tu sei il mio sconosciuto.
Forse ti sembrerà strano, oppure no, ma Tu ed Io, oggi, stiamo partecipando a “Leggere leggere leggere, Primo esperimento nazionale, Regala un libro ad uno sconosciuto.
L’idea l’ha avuta Alberto Schiariti!
Buona lettura!

Poco dopo Samanta scorge una coppia di due ragazzi giovani, carini, vestiti alla moda e sorridenti.
Mi dice:
-Loro! Io ad uno e tu all’altro!

Ma io non mi sento ancora pronta, tra loro non c’è il mio sconosciuto.

Lei si avvicina a uno dei due e dice:
-Devo regalarti questo…

E con somma sorpresa l’amico esordisce con:
-Te lo avevo detto… te ne parlavo giusto ieri sera di questa iniziativa! Io lo sapevo!

Facciamo una foto ricordo, ci salutiamo e tutti col sorriso sulle labbra ci salutiamo. Samanta è felice.

Camminiamo e nel frattempo io continuo a fissare e guardare ogni volto, ma senza trovare il mio sconosciuto.
Poi è il momento di pranzare, così ci sediamo ad un tavolo, e mentre Samanta è intenta a telefonare io sono rapita da un tipo col codino seduto da solo ad un tavolo. Ha il capo chinato e sembra intento nella lettura. Mi sento rapita e magneticamente attratta.
Il mio sconosciuto, ho trovato il mio sconosciuto.

Prendo il libro, con tanto di dedica e accompagnato di fotocopie e fogliettini tratti dai giornali che parlano di questa iniziativa, e mi incammino verso di lui.

-Tu, sei il mio sconosciuto!
E lui:
-No! Ti sbagli!
-Non mi sbaglio, tu sei il mio sconosciuto ed io sto partecipando ad un esperimento.
Intanto gli porgo il libro. Lo sconosciuto è ignaro e stupito. Ha un’espressione incredula e divertita, gli occhi talamente spalancati che a momenti ci finisco dentro.
-Tieni!
Gli porgo il libro.
-Ed io che devo fare?
-Niente! Tu leggi?
-Veramente non molto.
Quasi quasi sta per restituirmi il libro, ed io ad essere sincera sto quasi per ristrapparglielo di mano, non lo merita. Poi decido invece di lasciarglielo…in fondo è proprio questo l’intento dlela manifestazione, coinvolgere nella lettura coloro che ne sono distanti!
-Anzi, una cosa la devi fare: leggere. Ciao!
Mi allontano. Lo lascio con tutti i dubbi del caso. Non mi sento soddisfattissima, ma ho regalato il mio libro e le mie emozioni ad uno sconosciuto, ed era quello che volevo!

Ne faccia buon uso!

Se sorridi…io

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Ogni giorno, quando sono in auto, quando sono al lavoro o semplicemente quando cammino per strada mi appaiono in testa inizi di storie. Sono tutte storie interessanti naturalmente.
Penso anche che, se avessi avuto a portata di mano una penna o un foglio, avrei potuto cominciare migliaia di nuovi libri. Sono idee formidabili, cose che avrei voluto dire per la risoluzione di un problema, cose che avrei voluto fare al posto di altre o semplicemente congetture filosofiche straordinarie. Sono pensieri sul mondo e sull’umanità, sulle miserie della gente, sui sentimenti, sui modi di agire e di comportarsi delle persone comuni. Sono storie.
E poi finisce che quando arrivo a casa ho già dimenticato quelle cose così formidabili che fino a pochi istanti prima, avrebbero cambiato il corso della storia, o se non altro della mia vita. Cose eccezionali e intelligenti che avrebbero creato almeno un libro di successo.

Proprio questo pensare incessante mi porta a credere di aver smarrito la strada, di aver perso il mio posto nel mondo. Credo che questo senso di inadeguatezza sia un modo per ritrovare il senso delle cose e forse me stessa. Ma da queste esperienze deduco piuttosto che è sempre meglio perdersi, perchè cercarsi equivale a non trovarsi mai.

Quando ero piccola avevo due grandi desideri, due grandi desideri contrapposti. Uno era quello di aiutare gli altri, l’altro era quello di fare spettacolo. Ancora adesso mi sto interrogando come possano due cose così diverse essere presenti contemporaneamente nella testa di una bambina.
“Aiutare gli altri”, questo pensiero mi evoca immagini compassionevoli, di amore per il prossimo, di pietà.
“Fare spettacolo” invece, mi da quasi la sensazione di superficialità, come guardare le cose solo in modo orizzontale.
Forse è per questo motivo che mi considero una persona profonda e nello stesso tempo controversa.
C’è un errore di fondo: pensare che “Fare spettacolo” non sia un modo per aiutare gli altri!
Non trovate che strappare un sorriso ad uno persona sia uno dei piu grandi gesti per aiutarla a stare bene? Suscitare emozioni attraverso il canto o attraverso la recitazione è un modo nobile, tra tanti, di volere bene alla vita e alla gente.

Sono una persona romantica, malinconica e dannatamente emozionabile. Sono tutto ed il contrario di tutto. Sono il bianco ed il nero. Il sorriso ed il pianto.

Da oggi girerò con una penna ed un taccuino nella borsa, non si sa mai, potrebbe arrivarmi l’illuminazione del secolo mentre sto passeggiando chissà dove!
Intanto, nel mio piccolo, cerco di aiutare gli altri.

Mamma, mi ascolti?

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Stamani mia madre, come sempre quando viene a fare da Baby sitter alla mia bimba di poco più di un anno, è arrivata all’alba e piena di vitalità, beata lei.
La sera prima le avevo detto di non portare niente perchè avevo appena  fatto la spesa “grossa” e che il frigorifero era strapieno di cibo.
Naturalmente come sempre, lei ha ignorato le mie parole presentandosi con:
1 kilo e mezzo di macinato per fare il sugo;
carote, zucchine e tutto il necessario per fare il passato di verdure;
odori e company per fare il brodo;
1 coniglio intero;
1 pollo ed un suggerimento: “Questo lo dai alla bimba, è del contadino, è ottimo”;
svariati pomodori dell’orto dello zio.
In preda allo sgomento, la ringrazio per tutto quel Ben di Dio che non saprò dove conservare, visto che nel frigo non c’è posto neppure per un pinolo, e penso a tutta la carne acquistata il giorno prima e che dovrò surgelare onde evitare di buttar via roba.
Dopo essere entrata e dopo aver appoggiato le 3 sportine traboccanti sul piano della cucina, mi fa:
-Ma oggi che fo?
Ed io scrutando i sacchetti rispondo:
-Per la bimba i ravioli.
Lei:
-Ma io alla bimba avevo pensato di fare il passatino di verdure.
-I ravioli li mangia volentieri e poi son freschi, li ho comprati ieri, sennò mi tocca buttarli.
-Ma ho portato anche la bietola.
-Allora fai il passatino.
-E per noi?
-Il pollo arrosto, visto che l’hai portato!
-Ma ho portato anche il macinato per fare il sugo per la pasta.
-Allora fai il sugo.
-Faccio anche il pollo?
-No, basta la pasta.
-Sennò fo solo il pollo, che ne dici?
-Fai come ti pare.
Esco stizzita e borbottando fra me e me (ma con voce abbastanza alta in modo che Lei mi senta), che è praticamente inutile che mi chieda cosa deve fare se tanto poi deve fare quello che le pare. Ma naturalmente è come parlare al vento. O se fosse semplicemente sorda?!?
Verso le 11 di mattina mi squilla il cellulare, è Lei.
-Dimmi mamma.
-La bambina ha la diarrea.
-Ah.
Pausa. Lei non dice niente e aspetta che parli io:
-E allora?
-E allora nulla. L’ha fatta due volte. Quasi acqua, finchè  ho visto dei pippi neri. Dopo aver ispezionato il pannolino li  ho riconosciuti: fagioli. Ma che le avete dato da mangiare ieri sera?
-Fagioli mamma. La bimba ha mangiato dei fagioli ieri sera, e le son piaciuti molto.
Era “Feijoada (fagiolada) brasiliana” per l’esattezza, ma ho omesso di darle questa informazione.
-Si ma allora oggi le fo i ravioli al sugo?
-I ravioli al sugo? O non avevi detto che le facevi il passato di verdure?
-Allora le fo i ravioli nel passatino?
-I ravioli nel passatino?
-Si, perchè te come glieli fai di solito?
-Io glieli condisco semplicemente con olio a crudo e formaggio. Poi fai te.
Riaggancio con la curiosità di sapere cosa mangeremo oggi.
Quando torno la bimba ride gaia nel seggiolotto e mi fa le festine.
-Ciao amore, come stai?
Risponde cantando fiera: “AaaaTTa, aaaTTa” (Staccia buratta, l’ha imparata qualche giorno fa).
Poi chiedo:
-La bimba ha già mangiato?
-Si.
Risponde Lei dalla cucina.
-Cosa?
-Ravioli al pesto.
-Il pesto?
-Si, te n’ho portato un vasetto, l’ho fatto ieri, è buonissimo.
In tavola per noi c’è già la pasta al sugo scodellata e che aspetta di farsi mangiare.
Prima però faccio un passaggio in cucina e scopro:
un pentolone di sugo che basterebbe a sfamare un battaglione di soldati, tenendo presente che ne è stato già usato un bel po’ per condire la pasta per oggi;
una pentolina con del brodo;
un tupper pieno di passato di verdure;
un involucro con del trito con (credo) aglio e rosmarino, del quale ignoro l’utilità;
del pollo lesso;
un vasetto di pesto.
-Mamma questo trito a cosa serve?
-Per quando cuoci il coniglio, te l’ho già spezzato, è nel tegame.

Grazie mamma, anche quando non mi ascolti!

Parole parole

parole

Ci sono Parole che scaldano l’anima, che inteneriscono il cuore, che fanno piangere di gioia e di dolore.
Ci sono Parole potenti e capaci di cambiare il mondo.

A volte le parole si dicono a caso, altre creano combinazioni uniche.
Ma le persone non sempre sanno ascoltare e non sempre riescono a capire.

A volte le parole guariscono, altre uccidono come pugnalate nel petto.
A volte servono a capire una situazione difficile, altre a complicarla.

Le parole servono per chiedere scusa, per comunicare, per amare, per sollecitare, per sgridare, per odiare.

Credo sia importante parlare, così come tacere.
Tacere al momento giusto a volte è necessario. Le pause servono, così come il buio e la notte. Infatti non sempre è possibile spiegare tutto.
Parlare è un dono, così come saper ascoltare e comprendere.
Le parole raccontano.

Non sottovalutare il potere delle parole.
Parla.
Racconta.
Ci sei? Io ti ascolto.

Ma non sempre…

Nel caos scocca la scintilla

cuore in mano

Ci sono persone che a volte sono sulla tua stessa lunghezza d’onda. Si nutrono delle tue stesse vibrazioni. Ti portano il colore.

Ci sono persone che fanno regali come questo:


“Perchè quello che hai dentro è intraducibile a te stessa…

perchè è il tuo corpo che ti salva dal vuoto…

perchè l’istinto è la tua miglior guida.

L’universo intero si nutre d’irrazionale…

e solo nel caos può scoccare la scintilla.

Perchè un po’ più di niente siamo noi rispetto all’infinito…

e magari è proprio lì che volevi arrivare!

Dovresti voler bene a te stessa così che il mondo cambierebbe colore.

E una mera spiegazione non ti accontenta mai…

perchè chi è Unica non è banale.

E questo ti deve piacere.

Le cose a caso, tanto a caso non lo sono mai,

quando la tua mente brama qualcosa d’immanente…

E tu, sei semplicemente Così!”

Grazie a te!

Aspettando Camilla

Mentre mi sentivo morire, ed ero preda dell’ansia, della paura e dello sgomento,

una cosa piccolissima dentro me lottava per vivere.

Avevo il desiderio di crollare, di non esistere.

Volevo tacere, non lamentarmi.

Mi sentivo stesa e infelice e non capivo di avere l’universo in pugno.

Mi sentivo sola senza esserlo.

Volevo sprofondare.

Volevo scappare.

Eppure Camilla era con me. Ed io con lei.

Ed anche se mi sentivo preda della vita, del tempo e del mondo,

io avevo la vita, il tempo e il mondo.

E mentre aspettavo leggevo:

“Un ponte per passare dalla tua coscienza di sempre alla mia incoscienza nuova.

Come d’un insieme quasi perfetto,

quasi come se il vento fosse tempo

e il tempo fosse lento…

proprio come il mio sostare dentro di te”.

E poi sei arrivata, piccola come un seme,

morbida come la seta,

fragile come un sogno,

forte come il mondo.

Ti amo piccola

è quando…

quando...

è quando non hai voglia di parlare

è quando cammini a caso senza una ragione precisa

è quando non ti va più di ragionare

è quando cerchi il senso delle cose e il senso non c’è

è quando hai il cervello intasato di pensieri

è quando pensi di sapere tutto e invece scopri di sapere che un po’ più di niente

è quando vorresti scappare e invece resti sempre dove sei

è quando sei arrabbiata con il mondo e te la rifai sempre con te stessa

è quando pensi al perchè delle cose

è quando riesci a toccare l’incomprensione con mano e scopri che non ti piace

è quando fai le cose a caso

è quando tutto sembra perso, involontario, voluttuoso e incosistente

è quando forse è meglio così

Cara Betty

Ecco Quello che il mio grande amico mi ha scritto per l’inaugurazione del Blog:

“Il mondo è composto da persone che hanno cose da dire, da persone che leggono cose dette e da chi non ha niente da dire e non ha voglia di ascoltare. La tecnologia che può sembrar così paurosa, è in realtà tua amica se riesci a domarla. E’ per me quindi un piacere donar questi pennelli, a te, talentuosa pittrice. Fanne l’uso che ti pare, dipingi quando ne senti il bisogno, ma non ti scordar di te, che sei il centro del tuo mondo. E con questo chiudo, perchè da qui in avanti, questa è casa tua.

Auguri!”

Grazie di cuore…